Plasticità cerebrale. Prime riflessioni.

Benché il numero dei neuroni sia già definitivamente stabilito fin dalla prima infanzia, il cervello continua a presentare fino all’adolescenza un fenomeno chiamato plasticità cerebrale. La plasticità include sia processi morfologici che funzionali.

Brevemente essi possono esser così riassunti:

  • fe7b159cc1eac10e6da5037c6ad45a09rapida produzione o eliminazione di sinapsi;
  • progressiva mielinizzazione di fibre nervose;
  • variazioni della concentrazione di neurotrasmettitori (le sostanze chimiche che permettono ai neuroni di comunicare);
  • variazione del numero dei recettori (un recettore è una proteina, transmembrana o intracellulare, che si lega con un fattore specifico, definito ligando) dei differenti neurotrasmettitori.

Questi processi di plasticità neuronale sono controllati, in parte, dagli stessi neurotrasmettitori.

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Struttura chimica dell’acido glutammico

Ad esempio, variazioni nelle concentrazioni della dopamina nelle sinapsi possono modificare in più o in meno il numero dei recettori di questo neurotrasmettitore. Un ruolo particolarmente importante nei processi di sinaptogenesi svolge l’acido glutammico.

Questo neurotrasmettitore eccitatorio agendo in particolari recettori chiamati NMDA decide sul “destino” di certi neuroni e di certe connessioni neuronali.

NB. Poiché le diverse droghe, come la cocaina, l’amfetamina, l’eroina e l’alcool modificano l’azione di differenti neurotrasmettori esse alterano pertanto le normali condizioni nelle quali devono realizzarsi i suddetti processi neurobiologici. È prevedibile che l’assunzione di queste massicce e per tempi sufficientemente prolungati possa influenzare lo sviluppo neurobiologico del cervello dell’adolescente e quindi i suoi correlati funzionali: cognitivi, emotivi e comportamentali. Vedi un mio articolo sul Binge Drinking

Nel bambino la plasticità cerebrale è massima, tuttavia durante l’adolescenza vengono create numerose connessioni (sostanza bianca), mentre altre scompaiono. Questo processo di maturazione cerebrale porterà l’adolescente a raggiungere verso i 24 – 25 anni una migliore comunicazione tra lobi frontali (aree del controllo cognitivo) e aree sottocorticali (aree degli impulsi e delle emozioni). In questo periodo di ridefinizione della struttura architettonica cerebrale, qualsiasi fattore in grado di impattare con l’equilibrio biochimico, può portare ad un’alterazione nella maturazione neurobiologica e potremmo osservare delle conseguenze a lungo termine.

Durante tutto il ciclo di vita esperienze psicologicamente traumatiche agiscono sulla biochimica del cervello. Molte ricerche testimoniano alterazioni nel volume dell’ippocampo destro e/o sinistro e/o indicazioni di minore densità neuronale ippocampale in reduci di guerre (T grande), in donne soggette ad abusi sessuali (T grande), in persone sottoposte a stress psicologico protratto (t piccolo) (Bremner, 1999; Bremner et al., 1998; Bremner et al. 2003; Krystal, et al., 1998; pubblicazioni on line Trauma e cervello 1 Putnam 1994; Shuff et al., 1997; van der Kolk, et al., 1997; per una rassegna: Bremner, 2002).

Farò moltissimi altri esempi sulla plasticità cerebrale. Questo è un concetto di base sul quale tornerò molto spesso.

Dr.ssa Silvia Colizzi

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