Cosa ti frena? Cosa temi? Cosa non stai facendo solo perché non ti senti all’altezza?
Iniziamo ad esplorare il mondo delle convinzioni limitanti! L’articolo parte con un mio personale contenuto, che potrebbe esser utile. Poi si sviluppa come un esercizio fatto di domande.
Bene, siamo pronti per iniziare! Io, ad esempio, credevo “di non poter parlare in pubblico”. Pensavo alla mia timidezza dell’età infantile e adolescenziale, pensavo alle prime due presentazioni davanti ad una classe, nelle quali non mi ero sentita sufficientemente lucida per poter esporre quei concetti chiaramente e sinteticamente. Le mie convinzioni erano di 2 tipi: una legata ai miei “non posso” e una ai miei “non riesco”. Due maledetti scogli che tutti abbiamo in qualche campo della nostra vita.
Cosa ripetevo tra me e me?
1)”Non posso parlar bene davanti ad un gruppo di persone”. Convinzione di bassa auto-efficacia.
2)“Non posso eccellere parlando davanti ad un gruppo, lo faccio meglio quando davanti ho solo una persona”. Convinzione legata a poche esperienze ripetute che sono diventate un “dato di fatto” (grande errore).
3) “Non riesco a parlar bene quando le persone che ho davanti non mi conoscono e non sanno quanto ho studiato per esser qui”. Convinzione legata ad un’autostima che ha bisogno di “riconoscimento”.
Tutto questo era altamente sabotante. Non vai da nessuna parte con queste convinzioni. Nel mio caso erano ostacolanti perché io desideravo divulgare conoscenze e parlare in pubblico!
INIZIA IL CAMBIAMENTO
Fu cosi che allora, prima di studiare PNL e tecniche di cambiamento, ho iniziato ad osservare due situazioni diverse:
- coloro che parlano in pubblico avendo successo;
- coloro che parlano in pubblico con diverse incertezze, apparendo timidi.
Osservavo nei corsi fatti queste diverse casistiche e riconoscevo che nel primo caso provavo stima per la persona e nel secondo caso, provavo comunque stima e ammirazione, perché “quella persona aveva avuto il coraggio di rompere le sue barriere“. Ho scelto di far parte del secondo gruppo, e, consapevole degli errori che avrei fatto, della timidezza che sarebbe emersa, di qualche strafalcione e dello stress “pre-esposizione” ho volontariamente interpretato il ruolo dell’apprendista, senza più nascondermi e senza auto-giudicarmi.
Quando scegli di assumere un ruolo, sei quello e basta, non devi far “l’esperto”, “l’oratore”, sei un’apprendista che modella le sue capacità e ogni errore è un qualcosa che semplicemente “la prossima volta curerai di più”. Non avevo tecniche, ma già in maniera “naif” ciò che mi veniva detto non era più cosi determinante nella direzione intrapresa. Qualche seminario, qualche video, qualche presentazione e di “spaventoso” non c’era più nulla. Rimanevano comunque alcune convinzioni.
Durante il “rodaggio”, grazie al corso di PNL Practictioner ho imparato a lavorare sulla “gestione dello stato emotivo”. Provo a spiegarlo in poche parole.
Se associ una situazione temuta ad un’emozione dannosa per te, ti predisporrai a sentirla con tutto il corpo e sentirai davvero quella l’emozione per buona parte della situazione. Chiediti se è questo quello che vuoi? La risposta sicuramente è “NO”. Ecco una della cose che puoi fare anche tu:
- Sintonizzarti con tutti i sensi ad una situazione nella quale hai provato un grande senso di “soddisfazione”. Osservane i dettagli: cosa vedevi in quel momento? C’erano suoni? Voci? Che sensazioni fisiche avevi? Come percepivi la tua postura? Rivivendo quel momento intensamente, ad occhi chiusi, riporta il tuo corpo a sentire quella soddisfazione.
Dopo la “gestione dello stato”, sul quale tornerò in un altro articolo, ho imparato a “sentirmi già là” dove ho localizzato il mio obiettivo.
Consapevole della carica energetica che esso mi dà…
Consapevole di “quanto è importante per me” (e per capire quanto una cosa è importante occorre conoscere al meglio i propri valori, perché i nostri valori non sono uguali a quelli di un amico, di un collega, non sono universali… non esistono valori giusti e sbagliati, esistono solo i nostri valori),
-> non perdo più treni importanti e soprattutto mi alleno tutti i giorni per raggiungere quegli obiettivi. Solo così ogni sforzo ha un senso, solo così anche se un singolo passo non offre tante gratificazioni, prende importanza all’interno di un viaggio più grande.
Ho imparato a farlo anche grazie alla trasformazione delle mie convinzioni attraverso nuove cornici percettive , che descriverò nella seconda parte dell’articolo (clicca qui per leggerla).
SE POSSO FARLO IO, PUOI FARLO ANCHE TU, PER QUELLO CHE DESIDERI TU!
Se vuoi farti aiutare a superare un ostacolo che ti frena dall’ottenere ciò che desideri, uno psicologo perfezionato in Coaching, può guidarti in maniera efficace, dopo aver conosciuto la tua personalità e la parte della tua storia che vorrai portare.
Dr.ssa Silvia Colizzi Psicologa Clinica, perfezionata in Psicologia Giuridica, Neuropsicologia, PNL Practictioner. Parte di quello che mi impegno a fare è aiutare le persone ad avere convinzioni più utili.